Dhanvantari, Dio dell’Ayurveda

Dhanvantari, Dio dell’Ayurveda

"Om Namo Bhagavate Maha SudharshanaVasudevaya Dhanvantaraye; Amrutha Kalasa Hasthaaya Sarva Bhaya Vinasaya Sarva Roka Nivaranaya Thri Lokya Pathaye Thri Lokya NithayeSri Maha Vishnu Swarupa Sri Dhanvantri SwarupaSri Sri Sri Aoushata Chakra Narayana Swaha"

Preghiamo Dio, che è conosciuto come Sudarshana Vasudev Dhanvantari.

Tiene il Kalasha (contenitore) pieno di nettare dell'immortalità.

Il Signore Dhanvantri rimuove tutte le paure e tutte le malattie.

È il benefattore e il conservatore dei tre mondi.

Dhanvantari è come il Signore Vishnu (sostenitore di tutta la creazione), che ha il potere di guarire le singole anime.

In un momento di grande conflitto tra il bene e il male, il dio della medicina si manifestò in tutta la sua gloria.

Il suo aspetto femminile (Shakti - energia) nella forma di un uomo (Shiva - materia) era molto evidente e rappresentava l'energia della creazione intrisa nella materia.

Aveva quattro braccia che contenevano quattro oggetti:

  • una conchiglia,

  • un chakra (disco volante o ruota),

  • una sanguisuga

  • e una CIOTOLA contenente amrita, l'elisir della vita.

La conchiglia simboleggia la capacità di purificazione attraverso l'elemento dello spazio. Quando viene usato, riempie l'ambiente circostante con il suono primordiale della creazione, OM, dissipando tutto il fango e la confusione nella mente dell'uomo, portandogli così la pace. La pace è necessaria per rimanere in uno stato di salute.

Il chakra con le sue estremità taglienti simboleggia la capacità dell'Ayurveda di dimezzare il processo patologico e di indebolirlo nel suo interno. Questo lo può fare grazie alla conoscenza degli elementi.

La sanguisuga succhia tutte le impurità nel sangue creando uno spazio più sano e una possibilità per l'intelligenza, presente nel corpo, di rigenerare i tessuti sani.
Amrita, l'elisir di vita, può essere ottenuto dall'uomo attraverso lo studio dell'Ayurveda poiché essa riconosce la realtà non nata e immortale nell'uomo. Vedendo che ha dimenticato la sua realtà, l'Ayurveda, attraverso la sua visione e saggezza spirituale e scientifica, ha il potenziale di ricordare all'uomo che non è mai nato e che non morirà mai.

AYURVEDA - La chiave per conoscere il mondo e la vita

L'Ayurveda (Ayush + veda), è la scienza medica più antica del mondo. Da tempo immemorabile è stata praticata dall'uomo, che ne ha colto la forza per sostenere la sua stessa esistenza. Questa scienza non è stata concepita o creata dall'uomo, ma canalizzata tramite lui, grazie alla sua umiltà nell'ammettere quanto ancora non sapeva e quanto fosse grande la sua ignoranza di fronte “all'intelligenza della Natura”.

L'Ayurveda, come nessun'altra scienza mai potrebbe fare, ci fornisce, potenzialmente, una visione delle basi fisiche e funzionali, che si concretizza, grazie alla sua visione dell'esistenza fondata sul massimo rispetto e sulla simbiosi degli elementi.

La parola Ayurveda è una combinazione di due termini: Ayush che significa "vita" e Veda che significa "conoscenza" o "scienza". Abbiamo quindi a che fare con la scienza della vita e questo implica tutto nell’ esistenza di una persona: dal trattare una patologia, quando e se presente, fino a sapere come vivere la propria vita quotidiana, in base alle proprie abitudini e alla propria visione della vita e del mondo.

Proprio come è avvenuto con altre scienze, l'Ayurveda è stata anche soggetta a “perdite” e cambiamenti nel tempo. Perdite legate, ad esempio, ad alcuni dei suoi rami, come nel caso di antiche tecniche di chirurgia e di conoscenza dell'uso terapeutico di metalli e minerali. Quest'ultimo è un ramo che esiste ancora, ma validi esperti, -non quelli omonimi-, sono rari da trovare oggi. Questi sono solo alcuni esempi per spiegare che l'Ayurveda si è progressivamente adattata al mondo moderno e questo è stato possibile grazie al fatto che i principi su cui si basa non sono mai cambiati nel tempo, mentre si è modificata la loro applicazione.

Alcuni dei principi base dell'Ayurveda ruotano attorno “ai mattoni della materia”, cioè ai cinque elementi o mahabhuta, definibili in modo semplice come l'energia (che è considerata sacra) che anima e sostiene la materia, ma anche come il rapporto tra una persona e l'ambiente circostante.

Questi sono solo alcuni dei punti fondamentali relativi all'unica scienza esistente che è basata su un principio spirituale. La scienza senza spiritualità e senza umanità, è potenzialmente molto dannosa. Solo quando la scienza e la spiritualità vanno di pari passo e quando vengono applicate insieme, l'umanità verrà a comprendere la vera natura del mondo in cui vive, un mondo che sarà in grado di rivelare il suo prezioso potenziale di pace, salute e longevità.